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PREDAZIONE, PARASSITISMO, ALLELOPATIA ecc...


Sia nei predatori che nelle prede si sono evoluti dei meccanismi particolari, adattamenti, spesso molto complessi, volti nel primo caso a migliorare la strategia di caccia (uso di vere e proprie trappole, formazione di una immagine di ricerca, criptismo , mimetismo aggressivo ecc.) nel secondo caso a sfuggire alla cattura attraverso lo sviluppo di strategie di fuga, criptismo, mimetismo, incommestibilità associata all'aposematismo ecc.
Grande rilevanza però occupano nello studio delle popolazioni di individui e delle interazioni che si vengono a creare tra predatori e prede o parassiti e ospiti è il riuscire ad attenuare gli effetti negativi di tali interazioni. Un esempio è proprio il parassitismo, se l'interazione tra due specie è molto antica il parassitismo può tranquillamente evolversi in forme note come commensalismo, inquinilismo, e persino simbiosi mutalistica obbligatoria o facoltativa.
Le differenze tra predatori e parassiti non è sempre molto netta, in genere gli scienziati hanno a disposizione tre criteri per catalogare organismi nell'una o nell'altra categoria.
1) La durata dell'associazione: è breve nel caso del predatore in quanto si limita alla caccia e all'uccisione con conseguente consumo della preda, mentre è lunga nel caso dei parassiti, può durare anche tutta la vita dell'ospite.
2)uccisione della preda o dell'ospite: Nel caso dei predatori l'uccisione è molto rapida, facoltativa o lenta per i parassiti. Questi ultimi infatti dipendono dalla sopravvivenza dell'ospite; in genere i parassiti lo sfruttano senza cercare di arrecare danno a quest'ultimo e la morte dell'ospite in genere è causata indirettamente dal sito occupato dal parassita o dai suoi cataboliti ecc.
3)Le dimensioni relative predatore-preda: Le dimensioni del predatore in molti casi tendono ad essere maggiori della preda, i parassiti sono estremamente più piccoli del loro ospite. Non sempre nel caso dei predatori quest'ultimi sono di dimensioni molto più grand rispetto alle prede che cacciano, possono avere dimensioni simili se non uguali. Ovvio che con l'aumentare della dimensione della preda da parte del predatore è richiesta una specializzazione di caccia sempre maggiore, fino a quando la dimensione della preda è tale da impedire al predatore di poterla cacciare a meno che quest'ultimo non sviluppi comportamenti e strategie di caccia particolari, un classico esempio sono i lupi che vivono in branchi e hanno sviluppato un metodo di caccia di tipo sociale. Per quanto riguarda i parassiti essi sono molto più piccoli dei loro ospiti.
I parassiti possono essere suddivisi in 3 categorie: endoparassiti (vivono all'interno del loro ospite): un esempio sono i batteri, virus, protozoi e tanti altri, poi gli ectoparassiti che vivono all'esterno ma che presentano comunque rispetto alla preda dimensioni molto ridotte. Bisogna sottolineare che gli endoparassiti dovendo portare avanti un ciclo vitale nel loro ospite hanno sviluppato una serie di particolari adattamenti, come un più elevato potenziale riproduttivo, una spiccata specializzazione strutturale e metabolica, maggiore complessità del ciclo biologico, e specificità per l'ospite nel quale vivono. A queste due categorie viene aggiunta anche quella degli iperparassiti, cioè parassiti che sfruttano altri parassiti.
I tre criteri elencati però non sempre permettono di poter distinguere nettamente un predatore tipico (un leone) da un parassita tipico (zecca), infatti delle volte sono soddisfatti solo due criteri su tre e quindi non si può completamente annoverare una specie nè nella predazione ne nel parassitismo. Ad esempio ci sono alcuni insetti come gli imenotteri sfecidi che catturano altri insetti, li paralizzano mediante l'inoculazione di neurotossine poi le trasportano nel loro nido dove depongono all'interno della preda/ospite le uova, le larve che si svilupperanno si ciberanno dell'insetto vivo. Delle volte il tutto può durare anche lungo tempo, e l'insetto vittima dell'imenottero può persino accrescersi. Tali insetti, se utilizziamo i tre criteri sopra accennati, dovremmo considerarli parassiti, ma le vittime hanno dimensioni pari a quelle dell'imenottero se non superiore. Un altro caso è quello delle zanzare, sono molto più piccole dei loro ospiti, ma l'interazione con essa è molto breve.
Un caso particolare è invece l'allelopatia, un esempio di relazione negativa per una o più specie e positiva per altre. Un esempio di allelopati lo possiamo riscontrare nel comportamento di alcune piante, le quali rlasciano nell'ambiente circostante delle sostanze che inibiscono la crescita di altre specie vegetali, ad esempio attraverso la produzione di terpeni, che accumulandosi nel terreno non permettono la crescita e lo sviluppo di altre piante nella zona circostante.
Differente è l'antibiosi,  un tipo di interazione positiva per una specie e negativa per l'altra che riscontriamo in alcuni microrganismi. Basti pensare al fungo Penicillium Chrysogenum che produce penicilline che inibiscono la crescita di batteri che possono competere per le sue stesse risorse. In ultimo l'amensalismo un tipo di interazione che si dimostra negativa per una specie e non offre alcun vantaggio per l'altra; esempio la moria di pesci provocata dalle cosidette maree rosse, i cui microrganismi che la compongono non ottengono alcun genere di vantaggio.
Commensalismo ed inquinilismo: In questo tipo di interazione una specie ottiene cibo e/o rifugio da un'altra specie, senza che questa ne sia svantaggiata. Tipici commensali sono gli sciacalli e le iene che si nutrono dei resti di animali predati da altre specie. Gran parte degli inquilini sono anche commensali come le specie mirmecofile, che vivono nei formicai, come gli afidi, che instaurano con le formiche relazioni più complesse, che vanno inquadrate nell'amvito della simbiosi mutualistica. Un caso particolare di inquinilismo è la foresia, cioè il trasporto di un organismo pià piccolo da una parte di un altro, di specie diversa e pià grande passando in tal modo da un ambiente sfavorevole ad uno favorevole.  Il commensalismo e l'inquinilismo rappresentano un primo passo verso lo sviluppo di interazioni vantaggiose ad entrambe la popolazioni interagenti (simbiosi mutualistica).
Simbiosi mutualistica: favorisce le popolazioni eterospecifiche interagenti, e può essere obbligatoria o facoltativa, a seconda che sia o no indispensabile alla sopravvivenza delle due specie.
Questa sibiosi è facoltativa, in quanto non ci sta stretta dipendenza di una delle specie dall'altra. In alcuni casi il mutualismo facoltativo evolve in quello obbligatorio. Questo tipo di relazione si realizza generalmente tra gli organismi che utilizzano risorse differenti.  Esempi tipici di mutualismo obbligatorio sono quelli di interazione tra un organimo autotrofo e un eterotrofo in cui una particolare specie eterotrofa dipende completamente da una data specie autotrofa per il cio e questa a sua volta dipende dall'eterotrofa per la protezione. Un classico esempio sono le interazioni tra gli organismi azoto-fissatori e piante.

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