
Questo tipo di manta è ormai, secondo i dati IUCN, vulnerabile, minacciata dala pesca e dalla cattura accidentale.
Lo studio è stato pubblicato sulla rivista scientifica ad accesso libero Plos One l'11 maggio.
"Quasi nulla si sa dei percorsi che abitualmente questi organismi effettuano nell'oceano e delle sue abitudini ecologiche, nonostante sia una delle specie più grandi e affascinanti dell'oceano. "dice Rachel Graham autore dell'articolo; " il lavoro che abbiamo portato avanti ci potrà permettere di comprendere più a fondo il mondo mai visto prima di questo affascinante organismo marino e ci permetterà di poter elaborare strategie di gestione e conservazione di tale specie".
Il team di ricerca dopo aver rintracciato alcuni esemplari di manta ray al largo della penisola dello Yucatan , ha collegato dei trasmettitori satellitari nel corso di un periodo di 13 giorni. I dispositivi di monitoraggio sono stati attaccati sul dorso di 6 esemplari, quattro femmine e due maschi.
Gli esemplari hanno ricoperto un tragitto di circa 1.100 km durante questo periodo, trascorrendo la maggior parte del loro tempo attraverso zone costiere abbondanti di zooplancton.
Questo organismi come gli squali balene sono filtratori, e si nutrono passando in mezzo a grandi banchi di zooplancton.
Inoltre i ricercatori hanno scoperto che le mante avevano trascorso l quasi totalità del tempo nelle acque territoriali del Messico nell'arco di circa 200 miglia dalla costa.
"L'importanza di questi studi sta nel fatto che potrebbero essere di fondamentale importanza nella salvaguardia delle mante che sembrano diminuire sempre di più.
La manta gigante nonostante il suo aspetto è totalmente innocuo per l'uomo inoltre possiede il più alto rapporto cervello-corpo tra squali e razze e da alla luce uno massimo due piccoli ogni uno o due anni. Il loro numero va diminuendo sempre di più soprattutto a causa della pesca indiscriminata e accidentale essendo anche richieste dal mercato cinese per la produzione di medicinali.
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